giovedì 23 aprile 2009

Dal momento che...

...sono una sega a scrivere in inglese d'ora in avanti questo blog procederà in lingua italica. Solo in casi estremamente necessari ricorrerò all'utilizzo della lingua inglese.

Detto questo, butto lì una playlist:


BLUE OYSTER CULT s/t
INSECT WARFARE/AGORAPHOBIC NOSEBLEED split 5"
THE NIG HEIST lp
GONE gone II but never too gone!
ORNETTE COLEMAN the shape of jazz to come
HENRY ROLLINS hot animal machine
BIG BOYS where's my towel?
STATE OF THE UNION (washington d.c. compilation 1989)
ZU carboniferous

Come potrete notare di thrash e similia c'è ben poco qua dentro. E' un periodo così.
Questo mi fa tornare in mente che autoetichettarsi può essere divertente, ma purtroppo diventa poi anche estremamente limitante, soprattutto se la gente intorno non approfondisce e, dulcis in fundo, proprio per questo ti reputa un coglione.

Non dimentico di certo quello che mi disse il caro bassista Doner una sera, non ricordo dove fossimo, in merito ad una mio precedente discussione con un tale di Milano (il cui nome non verrà rivelato) sulle influenze musicali e sul desiderio di intraprendere strade diverse dal solito: "Ah sì, mi ha parlato di quella discussione che avete avuto. Mi ha detto che tu gli avresti chiesto di jammare ogni tanto assieme per suonare qualcosa di nuovo. Si è messo a ridere e ha detto che sei un coglione". Perfetto. Un colpo in più alla mia già bassa autostima.
Sinceramente, dopo essermela presa (sono effettivamente un tantino permaloso) la cosa mi è scivolata di dosso nella maniera più totale. Più che altro il tipo in questione è un senzapalle perchè non ha avuto il coraggio di dirmelo in faccia; ancora più idiota se si pensa che è andato a dire una cosa del genere ad uno che suona con me. Bah...

Fatto sta che gli artisti puzzano. Si sentono questa etichetta addosso che li obbliga ad essere meglio di te, anche se tutto quello che si limitano a fare è ad esempio smanettare con delle macchinette registrando due idioti che suonano musica a caso; musica che verrà poi incisa in edizione limitata di 10 copie e rivenduta profumatamente su ebay a cifre astronomiche per i gonzi che ci cascano.
Questa non è arte. E' merda.
Riporto una frase del buon Riccardo, che qualcuno critica per le scelte ed i discorsi che fa (mentre di gente coi coglioni per prendere una posizione ce ne vorrebbe assai molta di più) estrapolata da un discorso su una nota mb nazionale (il cui nome non verrà rivelato), dopo un emozionante, vibrante nonchè eccellente concerto dei TRAGEDY in Dauntaun, Leonkavallo, Milano:

niente 45 edizioni limitate di vinili
grafiche essenziali
poche parole
pochi sorrisi


e direi che rende bene l'idea.

E comunque sì, thrashmaniac (e coglione) for life.

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