venerdì 19 settembre 2014

intervista ai TO ASHES (bologna vegan straight edge)

Cotto, veramente cotto tra un fottuto mal di denti e troppe ore passate a lavorare (seee...) finalmente riesco a buttare su blog una breve intervista con i bolognesi TO ASHES, autori di un hc mix old/new school in tipico stile vegan sxe.
Apriranno il concerto di Domenica 21 Settembre al Sovescio a Parma (OFFENSIVA D'AUTUNNO), in compagnia di WAH '77, MIDNIGHT CRISIS & HASSLER.
buona lettura!


1 - introducete chi siete e che fate all'interno della band

Siamo in 4 nella band: Ivan alla voce, Katto alla chitarra, Emanuela al basso e Luca alla batteria. Siamo un gruppo hardcore straight edge e politicamente orientato in senso anarchico, in un' ottica di liberazione totale.

2 - anno di formazione e motivazioni?

Ci siamo formati alla fine del 2013 dall' idea di Katto e Luca di tirar su un progetto hardcore straight edge con testi politicamente orientati in direzione anarchica ed antispecista. Le motivazioni, oltre alla voglia di suonare, sono state appunto queste: la volontà di costruire un progetto che parlasse di tematiche che riteniamo fondamentali per la liberazione dell' individuo e della terra, in un momento dove sembrano un attimo messe da parte dalla maggior parte del “movimento” hardcore.

3 - genere proposto, influenze?
Il genere è un hardcore downtuned massiccio e diretto con tendenze metal e breakdown violenti, un po’ figlio degli anni ’90 e di gruppi come Earth Crisis (di Destroy The Machine), Culture, Chokehold, Birthright…con un pizzico di disperazione e qualche spunto alla Tragedy: giusto per intenderci. Si era partiti con un’idea che si è poi evoluta anche grazie agli innesti in corsa dei nuovi membri, che hanno portato il loro background personale e hanno aggiunto caratteristiche differenti alla composizione. Le influenze sono diverse: si val dal thrash all’hardcore old e new school, al neo crust. Pur provenendo tutti dal punk hardcore abbiamo tutti gusti diversi…ma abbiamo cercato di fare delle differenze la nostra forza.

4 - di cosa parlano i vostri testi?

I nostri testi, che sono in parte scritti da Katto, in parte da Ivan, spaziano su varie tematiche: dalla liberazione animale alla critica delle politiche di respingimento degli immigrati da parte della cosiddetta “fortezza Europa”; da come interpretiamo noi lo straight edge alle infamate fatte dalle guardie; dall’anarchismo al supporto ai prigionieri. Zero frivolezze, è tutto volutamente dritto e “in your face”.

5 - release future?

Abbiamo da poco finito di registrare i nostri primi sette pezzi, quindi si spera di poter fare uscire il più presto possibile un EP contenente queste tracce. In vinile magari!

6 - gruppi da cui provenite?

Ivan suona anche nei Nemesis, gruppo vegan straight edge attualmente attivo; Katto è invece reduce dall’esperienza coi ReaniManiacs (rip) e coi Chains, che ha lasciato da poco per dedicarsi appieno al progetto To Ashes.

7- cosa ne pensate della scena musicale di Bologna, scena da cui provenite?

La scena musicale a Bologna, a parte pochissime realtà, quali Atlantide (che purtroppo ora è sotto sgombero e hanno bisogno di tutto il nostro supporto) e l’Iqbal Masih, dove il collettivo Malasorte e la Bologna Hardcore Crew fanno i concerti e iniziative, non gode di ottima salute. Altri eventi vengono fatti all’Xm 24 dalle Queers of Chaos e dai ragazzi del giro dei Marnero. Per il resto ci sono solo fruitori a senso unico di musica veloce, che si riuniscono spesso e volentieri al Freakout che, da due anni circa, sforna serate della madonna, ma che con il DIY hanno poco a che fare… Noi perlopiù, nonostante le differenze di età e di origine (Emy è della Brianza), proveniamo tutti dalla scena punk hardcore, quindi da contesti DIY, autogestiti e tendenzialmente politicizzati; niente a che fare con una certa deriva che si sta un po’ affermando in città. Fortunatamente esistono appunto ancora dei collettivi e delle crew che considerano l’hardcore come “sangue, sudore e lacrime” (per usare una citazione colta) e non business e selfie nei cessi dei locali. Di gruppi nuovi ce ne sarebbero anche, ma con attitudini molto diverse e tematiche lontane da quelle che preferiamo trattare noi.

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